La fonte luminosa, in fotografia, di riferimento è la luce del sole e da qui si basano la scala delle velocità dell’otturatore, l’apertura del diaframma e la sensibilità standard delle fotocamere.

Le impostazioni della maggior parte delle fotocamere digitali sono ISO 100 o 200 e la normale esposizione dovrebbe essere f16 a 1/125 o 1/250 di secondo, quindi la maggior parte delle sorgenti luminose artificiali risultano deboli.

L’intensità della luce dipende da tre fattori:

– dal tipo di fonte luminosa

– da come questa viene alterata

– dalla distanza della stessa dal sole.

Come abbiamo detto il sole è la nostra sorgente luminosa di riferimento ma ne esistono altre artificiali:

– lampade al tungsteno (luce a incandescenza) sono il sistema più facile per generare luce e sfruttano il principio del calore intenso

– lampade a fluorescenza create per simulare la luce del sole in scala minore e utilizzano il principio della stimolazione di molecole di gas attraverso la corrente elettrica

– flash elettronici pensati solo per scopi fotografici e si basano su scariche elettriche attraverso un’unica pulsazione all’interno di un tubo sigillato pieno di gas.

Il sole essendo molto distante l’intensità della luce è la stessa in ogni parte della scena mentre le luci artificiali perdono intensità con l’aumentare della distanza.

La luce del sole e quella delle lampade a tungsteno è continua dal punto di vista dell’esposizione fotografica, mentre le lampade a fluorescenza e i flash pulsano producendo rapide fluttuazioni della luce stessa, quindi è importante la sincronizzazione tra l’impulso dei flash e la velocità dell’otturatore della fotocamera.